Le dittature
e i regimi totalitarismi hanno sfruttato lo sport e l’attività fisica sia fini
della preparazione militare sia ai fini propagandistici ideologico-politico.
Negli anni
del ventennio fascista, il regime si appropria della ginnastica e dello sport
per farne un formidabile strumento di propaganda politica,veicolo per il
consenso autoritario di massa sui fondare il potere.
Lo sport nel
periodo fascista divenne rappresentazione della potenza e dell’identità nazionale.
Mussolini ritratto in foto come aviatore,schermidore, cavaliere, calciatore … , incarnava il simbolo dello sport e dello stato.
“Lo sport abitua gli uomini alla lotta in
campo aperto” così Mussolini concepiva il senso della pratica sportiva: i
giovani maschi italiani, venivano preparati ad affrontare prove di coraggio, di
resistenza alla fatica e di lotta. Soprattutto viene inculcato loro il senso
della disciplina e dell’obbedienza, secondo il motto fascista”credere, obbedire, combattere”.
Anche le giovani
donne dovevano essere forti per poter essere delle buone madri che dovevano
dare figli, non solo alla famiglia, ma anche alla Patria, così insieme
all’educazione fisica, si insegnava loro, l’economia domestica, la puericultura
e l’infermieristica.
Il 3 aprile
1926 fu creata l’OPERA NAZIONALE BALILLA (ONB), che si occupava della
preparazione fisica e morale dei giovani italiani. La stragrande maggioranza
dei bambini italiani era iscritta all’ONB e dall’ottobre del1927, l’educazione
fisica divenne materia obbligatoria nelle scuole e ovunque si costruirono
palestre e impianti sportivi. Inoltre venne creata l’ACCADEMIA FASCISTA
MASCHILE DI EDUCAZIONE FISICA, che nel luglio diplomò i primi 200 maestri.
Il compito
dell’ONB era quello di diffondere nei giovani il sentimento della disciplina:
dovevano portare rispetto ed obbedienza ai propri comandanti, erano obbligati a
fare il saluto romano ai superiori e
portare l’uniforme.
L’organizzazione
doveva provvedere anche, all’istruzione paramilitare, affinché fossero preparati alla guerra e potessero
essere impiegati nell’esercito.
Le attività
ginniche e sportive erano state quindi militarizzate. Ovunque si organizzavano manifestazioni, saggi
ginnici e parate che venivano chiamate adunate, nelle quali si esibivano i
livelli di preparazione raggiunti. Divise, marce, esercitazioni, disciplina
erano gli strumenti per la formazione dell’italiano “nuovo”.
Il sabato
pomeriggio sottratto al lavoro (chiamato sabato fascista), era destinato a
tutte le manifestazioni.
L’ORGANIZZAZINE
NAZIONALE BALILLA prevedeva questo tipo di suddivisione:
ETA’ MASCHI FEMMINE
4-8 Figli della lupa Figlie
della lupa
8-12 Balilla
Piccole Italiane
12-14 Balilla moschettieri Piccole italiane
14-18 Avanguardisti Giovani Italiane
18-21 Giovani fascisti
universitari(GUF) Giovani fasciste
universitarie(GUF)
Nei reparti
maschili, i giovani Balilla e gli Avanguardisti, durante le esercitazioni
utilizzavano un “moschetto”, riproduzione in scala ridotta del famoso fucile
modello 91 dei fanti italiani durante la prima guerra mondiale. Così terminata
la necessaria preparazione, potevano
entrare in guerra, realizzando pienamente la formula fascista “Libro e moschetto fascista perfetto”.
I Balilla e
gli Avanguardisti partecipavano a molti saggi ginnici collettivi, che riunivano
giovani da tutta Italia. Ogni saggio iniziava con gli “Inni alla Patria e
quelli della rivoluzione”, seguiti dal
discorso di Mussolini. Nei saggi si eseguivano sia esercizi a corpo libero sia
esercizi di atletica e di tennis, mentre le giovani donne utilizzavano anche
cerchi e archi.
Gli
Avanguardisti partecipavano anche al CONCORSO DUX, una manifestazione di saggi,
gli atleti partecipavano alla gara rappresentando un tema che veniva giudicato
da una commissione.
I GUF (
giovani fascisti universitari) potevano partecipare ai LITTORIALI dello SPORT
(una sorta di olimpiadi del fascismo). I giovani erano scelti tramite selezioni
provinciali.
Per i
giovani che decidevano di non frequentare l’università, potevano continuare
l’addestramento passando, dopo qualche anno all’OND ( opera nazionale
dopolavoro), dove venivano praticati molti sport a livello agonistico (
atletica, ciclismo, sci e nuoto). L’attività agonistica era portata
all’esasperazione per far nascere nei giovani delle tendenze aggressive.
L’EDUCAZIONE FISICA A SCUOLA
L’educazione
fisica era considerata al pari delle altre discipline scolastiche e gli
insegnanti di ginnastica iniziarono a far parte del Consiglio dei professori.
Nelle scuole
vennero dedicate 2 ore settimanali all’insegnamento dell’educazione fisica e i
programmi di insegnamento, pubblicati a cura dell’ONB in speciali quaderni, comprendevano:
1. Per le prime due classi di elementari
era prevista un’attività di carattere ricreativo
2. Nella terza classe in poi, il
programma prevedeva il saluto romano collettivo in classe e fuori, il saluto
individuale, l’attenti, il riposo.
3. Nelle ultime due classi, erano
previste delle marce in gruppo e per file coreografiche.
4. Per i giovani tra i 16 e i 18 anni
erano previsti esercizi a corpo libero e agli attrezzi, volteggi, corse piane e
ad ostacoli, marce fino a 20 km. Fondamentale era alternare l’allenamento
individuale con quello collettivo e di
utilizzare le forme sportive anche per i fini militari ( in particolare, i
lanci erano utilizzati per far pratica nel lancio delle bombe).
SPORT FASCISTI PER ADDESTRAMENTO MILITARE
·
TIRO
A SEGNO (addestramento alle armi)
·
GINNASTICA
(miglioramento fisico della razza)
·
SCHERMA
( veniva avvicinata al combattimento romano)
·
ATLETICA
LEGGERA (attività basilare per la preparazione alla resistenza e alla fatica)
·
RUGBY
(per il combattimento)
·
CANOTTAGGIO
(allena spalle vigorose pronte ad agire in ogni occasione)
MOTOCICLISMO
MOTONAUTICA MOTORISMO AVIAZIONE ( temprano il carattere e il coraggio, chi
guida spesso deve prendere decisioni o di vita o di morte).
LE GRANDI MANIFESTAZINI NAZIONALI
Alla gente,
ma anche molti atleti che facevano sport perché dovevano farlo, piaceva assistere a spettacoli sportivi.
Iniziano
quindi le grandi manifestazioni nazionali, in particolare il Giro d’Italia e la
Mille Miglia.
Il giro
d’Italia era una corsa ciclistica a tappe che riusciva a far arrivare i
ciclisti in tutte le zone dell’Italia, unificandola politicamente e sportivamente. In premio c’erano medaglie
d’oro con impressa l’effige del duce.
La Mille
Miglia era una competizione organizzata su strade rigorosamente restaurate dal
fascismo, documentava quale meraviglioso vivaio di energie esisteva nell’Italia
fascista, nel campo della scienza, della tecnica, del lavoro,
dell’organizzazione e dello sport.
IL CALCIO NEL PERIODO FASCISTA
Il calcio
che piaceva molto al fascismo per il suo carattere collettivo che esaltava lo
spirito di squadra ed era considerato uno strumento privilegiato per la
costruzione di un’identità nazionale fiera e orgogliosa, conobbe un’ascesa
senza precedenti. Il calciatore sul campo era metafora del soldato in
battaglia, che si sacrifica per l’onore e la gloria dell’intera squadra.
Nel 1926 già i più importanti club di calcio
erano nati e così la Carta di Viareggio ( che disciplinava lo status del
calciatore e delle organizzazioni arbitrali) stabilì finalmente un campionato a
girone unico, cui fu dato vita a partire dal 1929. Nel decennio 1926/1936 si
costruirono numerosi stadi, apprezzabili anche dal punto di vista
architettonico, come il “Littorale” di Bologna, il “ Berta” di Firenze, “San
Siro” di Milano …
Ma
soprattutto si conobbero due eventi decisivi: la nascita del tifo e delle
tifoserie.
L’Italia del
calcio raggiunse nel periodo fascista risultati sorprendenti come le vittorie
del campionato del mondo nel 1934 e nel 1938.
I mondiali
del 1934, svoltisi in Italia , furono poi l’ulteriore occasione, non solo per
mostrare al capacità del regime, organizzando alla perfezione la competizione.
L’apice di questa macchina organizzativa fu la festa
per la vittoria finale, giocata allo Stadio Olimpico il 10 giugno 1934 davanti
a cinquantamila spettatori, preparati a cantare
inni fascisti, sventolando fazzoletti sui quali era stampato in nome del
Duce.
ALTRI SUCCESSI SPORTIVI
Nel 1928
alle OLIMPIADI di Amsterdam, le ragazze della società ginnastica di Pavia
conquistarono la medaglia d’argento: era la dimostrazione che il settore della
ginnastica in Italia era molto sviluppato e non solo per gli uomini.
Le Olimpiadi
di LOS ANGELES del’32 si conclusero con palmares per l’Italia di tutto
rispetto, posizionandola al secondo posto nel medagliere internazionale-
Nel 1933 il
pugile Primo Carnera, vinse per K.O.
Jack Sharkey in sei riprese e diventa campione del mondo dei pesi
massimi del pugilato. La sua prima dichiarazione ad un giornalista del Corriere
della Sera fu : “Offro questa vittoria
al mondo sportivo italiano, giubilante e orgoglioso di aver mantenuto la
promessa fatta al Duce”.